Il sistema endocannabinoide fu una scoperta rivoluzionaria
Da migliaia di anni, la pianta di cannabis ha trovato applicazione in diversi settori: dall’industria tessile all’uso medicinale. Tuttavia, solo negli ultimi decenni, gli scienziati hanno iniziato a svelare il mistero di come questa pianta interagisce con il corpo umano. La risposta è stata trovata nel Sistema Endocannabinoide un meccanismo fisiologico che svolge un ruolo chiave nella regolazione di numerosi processi biologici e mantenere la nostra omeostasi.
Interessante è anche il dibattito sulla questione se il Sistema Endocannabinoide o la pianta di cannabis siano apparsi per primi nel corso dell’evoluzione. Gli studi stimano che il sistema ECS sia evoluto oltre 600 milioni di anni fa, molto prima che la pianta di cannabis apparisse sulla Terra.
Scoperte iniziali
La storia moderna del Sistema Endocannabinoide può essere fatta risalire agli anni ’60 e ’70, quando gli scienziati iniziarono a isolare i composti attivi della cannabis.
La scoperta dei siti recettoriali per gli oppioidi nel 1973 ha dato impulso alla ricerca sui siti recettoriali per la cannabis. Ma è stato solo nel 1988 che i ricercatori hanno identificato i recettori CB1 e CB2, attivati dai composti cannabinoidi come il THC e il CBD.
Mappatura dei recettori
Una delle scoperte più significative è avvenuta nel 1990 quando è stata identificata la sequenza del DNA che codifica i recettori CB1 e CB2 – scoperta resa possibile grazie all’uso di una molecola analoga al THC, sintetizzata dalla Pfizer, nota come CP55,940, che ha permesso la localizzazione precisa dei recettori nel cervello e in altri tessuti.
Questi receptori interagiscono con i cannabinoidi, che possono essere endogeni (prodotti dal corpo), fitocannabinoidi (provenienti da piante come la cannabis) o sintetici.
CB1
I receptori CB1 sono principalmente localizzati nel cervello e nel sistema nervoso centrale. Sono coinvolti nella regolazione di varie funzioni come il dolore, l’umore, l’appetito e la memoria. I composti che interagiscono con i receptori CB1 tendono ad avere effetti psicoattivi, il che spiega perché i cannabinoidi come il THC (tetraidrocannabinolo), che ha una forte affinità per i receptori CB1, possono causare alterazioni dello stato di coscienza.
CB2
I receptori CB2 sono prevalentemente trovati nel sistema immunitario e in altri tessuti periferici. Essi sono coinvolti nella regolazione dell’infiammazione e nella risposta immunitaria. I composti che interagiscono con i receptori CB2 non tendono ad avere effetti psicoattivi. Questo rende i cannabinoidi come il CBD (cannabidiolo), che ha una maggiore affinità per i receptori CB2, interessanti per applicazioni terapeutiche che mirano a modulare la risposta immunitaria senza causare effetti collaterali psicoattivi.
Nell’agricoltura e nell’estrazione del cannabis, la comprensione del ruolo dei receptori CB1 e CB2 può essere utile per selezionare varietà di piante e metodi di estrazione che producono composti specifici a seconda dell’effetto desiderato.

Cannabinoidi Endogeni
Nel 1992, la scoperta dell’Anandamide (AEA), un endocannabinoide prodotto naturalmente dall’organismo, ha rivoluzionato la nostra comprensione del sistema. Seguita da un altro endocannabinoide fondamentale, il 2-arachidonilglicerolo (2-AG), queste molecole hanno mostrato come il nostro corpo produca composti simili ai cannabinoidi della cannabis.
I cannabinoidi endogeni sono definiti “i messaggeri chimici” del corpo umano, funzionano come ligandi, o molecole segnalatrici, che si legano ai recettori del sistema ECS, innescando una serie di reazioni biochimiche che portano all’effetto desiderato sottolineando, indipsensabili nel mantenimento dell’omeostasi corporea.
Con la ricerca in rapido sviluppo, il loro potenziale per nuove applicazioni mediche è entusiasmante e potrebbe rivoluzionare il nostro approccio alle terapie farmacologiche.
Implicazioni Terapeutiche
Nell’ambito della medicina moderna, la comprensione del sistema endocannabinoide ha portato allo sviluppo di nuovi approcci terapeutici. Farmaci e terapie basate sui cannabinoidi sono in fase di sperimentazione e alcuni sono già disponibili sul mercato. Questi possono variare da trattamenti per la gestione del dolore a terapie anti-nausea per pazienti in chemioterapia, a farmaci antiepilettici e molto altro.
Molti degli attuali farmaci basati su cannabinoidi utilizzano molecole sintetiche, ma esiste un crescente interesse per l’uso di fitocannabinoidi, cioè i composti di origine vegetale come THC e CBD, per ottenere effetti terapeutici simili senza gli effetti collaterali indesiderati associati ai composti sintetici.
Conclusione
La scoperta del Sistema Endocannabinoide ha non solo aperto nuovi orizzonti nella ricerca scientifica ma ha anche dato una base scientifica all’uso medicinale della cannabis, usata per millenni dalle diverse culture del mondo.
Tuttavia, quello che è chiaro è che il sistema endocannabinoide rappresenta una delle più fondamentali strutture biologiche per mantenere la salute umana e l’omeostasi.
Oltre alla sua funzione nel regolare il dolore, l’umore, l’appetito e altri processi fisiologici, il sistema endocannabinoide è cruciale per la regolazione del nostro stato di benessere generale, o come gli antichi medici lo avrebbero chiamato, la nostra “costituzione”.