Cos’è il Korean Natural Farming? tutti i vantaggi per coltivare la cannabis

Le tecniche del KNF sono l’ideale per la coltivazione di cannabis

Vantaggi del coltivare la cannabis con il Korean Natural Farming Benefici per il suolo Autosufficienza e sostenibilità L'importanza dei microrganismi autoctoni Coltivare la cannabis con le tecniche del korean natural farming La fase di crescita La fase di fioritura

Il korean natural farming è un’insieme di pratiche agricole studiate e perfezionate in Corea negli anni 60 dal maestro Cho Han-Kiu, questa raccolta di tecniche di coltivazione fanno riferimento ad antiche conoscenze agricole sviluppate nelle aree rurali del Giappone, Cina e Corea.

I principi del KNF si basano sulla cura del suolo e la proliferazione dei microrganismi autoctoni benefici, detti IMO ( batteri, funghi, lieviti, micorizze, nematodi, protozoi), per produrre un substrato sano e fertile che favorisce la resa e la qualità della coltivazione.

Questo modello di coltivazione ben si integra con i principi dell’agricoltura rigenerativa: un’insieme di tecniche che mirano a rigenerare il suolo, favorendo la biodiversità e la protezione dell’habitat.

Riducendo così in modo drastico l’impatto ambientale della coltivazione – si tratta appunto di una no-till cultivation.

Anche la coltivazione biologica e la permacultura può ben integrarsi con il KNF.

Vantaggi del coltivare la cannabis con il Korean Natural Farming

Coltivando la cannabis utilizzando queste tecniche agricole miglioreremo la struttura del substrato, facilitando l’assorbimento dei nutrienti e scongiurando blocchi di crescita o overfert. Inoltre evitando pesticidi ed erbicidi avremo prodotti finali più sani e genuini.

Rendendo il suolo sano e vivo, avremo una maggior protezione da parassiti e funghi, ma il vantaggio più interessante è ottenere maggiori rese finali, con cannabinoidi di una qualità superiore.

Benefici per il suolo

Uno dei vantaggi principali è il mantenimento della fertilità suolo e della sua microvita. La salute del suolo è fondamentale per la crescita delle piante poiché regola la degradazione del materiale organico e l’assorbimento dei nutrienti.

 In sintesi, i microbi che vivono nel substrato degradano le sostanze organiche, trattengo il carbonio, facilitano l’assorbimento dei nutrienti e proteggono le piante dai parassiti.

La biodiversità microbica tende ad essere più prolifica nei terreni coltivati ​​biologicamente rispetto a quelli che utilizzano metodi di coltivazione convenzionali. 

I sistemi di coltivazione della cannabis che si basano su sostanze chimiche o fertilizzanti possono contribuire al degrado del suolo. Prendersi cura del terreno, d’altra parte, garantisce che il terreno si prenda cura delle tue piante.

Autosufficienza e sostenibilità

L’agricoltura rigenerativa insieme alle tecniche del KNF sono metodi che incoraggiano l’autosufficienza, riducendo cosi le spese e l’utilizzo di pesticidi e fertilizzanti. 

Questi metodi favoriscono il cosiddetto sistema a circuito chiuso: ogni volta che si richiede un supplemento per la coltivazione, si va a realizzarlo autonomamente con ingredienti locali piuttosto che comprarlo.

L’importanza dei microrganismi autoctoni

Per mantenere il suolo vivo e far proliferare le specie microbiche, dovremo fornire ai batteri, funghi, lieviti e micorizze una serie di input, che in sintesi sono: tè, fermentati , inoculanti ed attivatori.

Questo genere di prodotti sono disponibili anche sul mercato, ma consigliamo di auto produrli, in modo da utilizzare materiali locali ed in modo che si attragga ceppi batterici e funghi locali, questo per evitare che alcune specie non si adattino al tipo di terreno in cui coltiviamo ma soprattutto per favorire la biodiversità microbica, che rappresenta la base della coltivazione organica.

Favorendo l’autoproduzione di questi fermentati ed inoculanti, avremo una maggior attività e biodiversità microbica, migliorando così l’assorbimento di nutrienti della pianta e delle sue risposte all’ambiente: sono microbi che regolano il ph, i nutrienti, e la crescita delle piante.

Le tecniche del KNF si adattano molto meglio nelle coltivazioni outdoor, dove possono aumentare notevolmente quantità e qualità delle infiorescenze, si possono però utilizzare anche in coltivazione indoor, con le dovute attenzioni, anche in questo il risultato sarà migliore ma limitato.


“Il korean natural farming offre all’agricoltore la capacità di produrre i propri nutrienti utilizzando ciò che è naturalmente presente nell’ambiente circostante”.

Coltivare la cannabis con le tecniche del korean natural farming

Sviluppando un suolo bilanciato e ricco di microrganismi, ne aumenteremo la fertilità, ma soprattutto le piante potranno beneficiare di una maggiore resistenza e capacità di assorbimento di nutrienti, scongiurando così eventuali carenze e permettendo così una maggior

In sintesi, il korean natural farming rappresenta un ottimo approccio per coltivare cannabis di qualità in modo naturale, organico e sostenibile.

La fase di crescita

Durante la fase vegetativa, la cannabis richiederà maggiormente azoto per la radicazione, lo sviluppo dei rami ed il fogliame. Una buona pratica consisterebbe, almeno nella fase inziale, nell’utilizzare uno spray fogliare, prodotto con un fermentato di amminoacidi del pesce:

Prendere scarti di pesce e riporli in un secchio, aggiungere zucchero in un rapporto di volume 1:1 insieme a della frutta raccolta in prossimità.

Coprire il coperchio con un panno e lasciarlo macerare per 3-6 mesi. Il composto diventerà una miscela marrone dall’odore dolciastro, a questo punto dovrete filtrare, prendendo solo la parte liquida che verrà diluita con l’acqua in un rapporto 1:500, il tutto verrà spruzzato sulle giovani piante di cannabis.

Un altra applicazione molto utili per aumentare la qualità dei cannabinoidi e la resa finale, consiste nell’inoculare nel substrato, oppure sempre come spray fogliare, i LABS, il siero di batteri dell’acido lattico.

La fase di fioritura

Durante questa fase, la pianta richiederà maggior calcio e fosforo, un buon metodo è un fertilizzante fai da te è il compost tea oppure il succo fermentato di piante.

 Il succo di pianta fermentato è un fertilizzante molto semplice da preparare: dovrete raccogliere e tagliare a pezzetti piante fresche come l’angelica, l’ortica, l’equiseto e molte altre, metterle in un barattolo insieme allo zucchero, a parità di peso, coprire il barattolo.

Dopo 7 giorni il processo di fermentazione dovrebbe essersi concluso e si potrà diluire in acqua il fermentato con un rapporto 1:500, potremmo quindi spruzzare il composto sulle foglie o nel substrato.

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