Differenze tra la Cannabis Light e la Cannabis terapeutica : facciamo chiarezza

La scienza sempre più divide la canapa in tipo 1-2-3-4 e non più per fenotipo

Quando si parla di cannabis, spesso viene fatta molto confusione!

Il termine cannabis, deriva dal greco e descrive una pianta officinale dalle notevoli proprietà terapeutiche, utilizzata come medicina fin dagli albori della civiltà umana.

La canapa è originaria della regione dell’Hindu Kush, dove veniva chiamata vijaya o ganjika, col passare del tempo e sopratutto in base al suo utilizzo, gli sono stati dati nomi sempre più variegati che possono generare anche confusione.

Sempre in un’ottica di confusione, anche la “scienza moderna” ci mette lo zampino, nel senso che le ricerche in campo medico sono per lo più solo su due principi attivi THC e CBD senza troppo considerare gli altri innumerevoli cannabinoidi e sostanze bio chimiche presenti nella pianta.

Tanto per curiosità, esistono numerose ricerche che dimostrano le proprietà terapeutiche dei terpeni, isolati o contenuti negli oli essenziali di altre piante – le stesse sostanze contenute anche nella cannabis, non sono prese in considerazione molto spesso…


La Cannabis Terapeutica

La Cannabis ligh

La classificazione della cannabis - tipo 1 - tipo 2 - tipo 3 - tipo 4

La Cannabis Terapeutica

Quando senti parlare di cannabis “terapeutica” ci si riferisce a tutti quei prodotti prescritti da una terapia medica e che si caratterizzano per l’alta percentuale di tetraidrocannabinolo “THC”, con percentuali che si aggirano tra il 5% ed il 22%

Gli utilizzi terapeutici della cannabis sono legate specifiche terapie che includono:

  • Terapia del dolore, i cannabinoidi possono avere effetti analgesici e antinfiammatori che possono aiutare ad alleviare il dolore associato a condizioni come l’artrite, la neuropatia, la fibromialgia
  • Terapie ansiolitiche, gli effetti ansiolitici della cannabis sono tutt’ora inf ase di studio ma risultano molto efficaci contro ansia edisturbo da stress post-traumatico (PTSD)
  • Supporto alla chemioterapia – radioterapia, per il controllo degli effetti collaterali come nausea e vomito
  • Trattamento della narcolessia, per contribuire alla stimolazione dell’appettito, anche in casi di pazienti affetti da HIV
  • Trattamenti neuroprotettivi per ridurre i sintomi di condizioni neurologiche come Parkinson, sclerosi multipla, epilessia.

È importante sottolineare che la cannabis terapeutica è disposnibile su prescrizione medica e dovrebbe essere supervisionata da un medico esperto in materia – in Italia le leggi permettono di prescrivere cannabis terapeutica ma spesso i pazienti trovano notevoli ostacoli burocratici ed in particolare di reperimento del prodotto.

La produzione è dello stato ed avviene presso lo stabilmento chimico farmaceutico militare di Firenze, questo ci obbliga ad importare dall’estero – prezzi alti e poca disponibilità, non è un caso che molte persone preferiscano utilizzare prodotti al CBD.

Le varietà utilizzate sono solamente 2: la FM2, che contiene dal 5% all’8% di THC ed una quantità molto discreta di CBD (12%) e la FM1 che invece ha una quantità di THC che va dal 13 al 20% e quella di CBD minore all’1%.

infiorescenza femminile di cannabis sativa con resina bianca

La Cannabis light

Con cannabis light o marijuana legale ci si riferisce invece a tutte quelle infiorescenze regolamentate dalla legge 242/2016, trattasi sempre di piante di canapa Sativa, i cui semi sono certificati, quindi iscritti nel registro europeo.

La cannabis light non ha alcun effetto psicotropo, ha un bassa quantità di THC che in Italia può essere entro lo 0.5%, mentre il cannabidiolo “CBD” è in percentuali molto più alte, numerose sono le ricerche sugli effetti terapeutici del cannabidiolo, che lo vedono utile come:

  • Rilassante, riduce lo stress e favorisce il rilassamento mentale
  • Alternativa per trattare l’insonnia, aiutando nella regolazione del ritmo circadiano, può prolungare la fase di sonno REM e trattare disturbi del sonno come la paralisi
  • Efficace ansiolitico contro i disturbi dell’ansia lieve o cronicizzata
  • Analgesico ed anti infiammatorio, utile nel trattare banali mal di testa fino a neuropatie come la sclerosi
  • Antiepilettico sia come prevenzione che durante una crisi

Le varietà totali sono 68, le più famose sono:

  • Carmagnola
  • Kompolti
  • Eletta Campana
  • Finola
  • Delta 405
  • Dioica 88
  • Futura 75
  • Silvana
  • Villanova

La canapa light non si acquista in farmacia, ma nei negozi specializzati, sia fisici che online, ed è un prodotto rivolto alle sole persone maggiorenni.

Perchè Marijuana light?

Il termine marijuana è nato per indicare la canapa “indiana” cioè quella utilizzata come sostanza stupefacente, light perché ci si vuol riferire al basso contenuto di THC.

Questo termine è stato ampiamente utilizzato negli anni 30 con il marijuana tax act, dove fu portata indistintamente al bando la canapa, sia sativa che indica.

Oggi purtroppo c’è ancora poca apertura e cultura, per cui la parola marijuana viene spesso usata ad indicare in modo dispregiativo e generico.

La classificazione della cannabis tipo 1 | tipo 2 | tipo 3 | tipo 4

In un articolo del 1973 pubblicato su Nature , Ernest Small e HD Beckstead spiegavano i motivi per cui classificare le varietà in base al contenuto di cannabinoidi e non per fenotipi era qualcosa che il mercato aveva bisogno: la classificazione della canapa per chemotipo, in tipo 1, 2, 3 e 4 è una nuova suddivisione scientifica basata sul contenuto chimico delle sostanze, prendendo come riferimento il principale composto psicoattivo, ovvero il THC.

Questa classificazione viene sempre più utilizzata nell’ambito della coltivazione e della regolamentazione della cannabis, poichè ormai le varietà “autocotone” sono state tolte dai loro ambienti naturali e ibridate in modo espansivo.

Non ha più senso classificare le canapa in termini come Indica, Sativa o Ibrida perché tutte queste ibridiazioni rendono difficoltoso ed inaffidabile la previsione dei cannabinidi ed i risultati esperienziali.

Per tanto sono state definite 4 tipologie:

Canapa Tipo I – Con Thc superiore al CBD

La canapa tipo 1contiene un livello maggiore di THC rispetto agli altri chemotipi – superiore al limite legale dello 0,5 (in Italia) e dello 0.2 (in UE), è utilizzabile ed acquistabile su prescrizione medica come per terapie del dolore come per la slerosi multipla – presenta però i rischi di intossicazione del THC ed il rischio di insonnia.

All’interno di questa tipologia, possono esserci anche ceppi ricchi principalmente di THC con contenuti miseri degi altri cannabinoidi, come sottolineato dal Dr. Giuseppe Mandolino del Consiglio per la Ricerca Agricola e l’Analisi dell’Economia Agraria (CREA), non è detto che tali ceppi possiedano un’alta potenza inebriante.

Canapa Tipo 2 – Rapporto misto tra CBD e THC

La cannabis tipo 2 ha un contenuto di cannabidiolo che supera il THC, ideale per evitare gli effetti psicotropi, il fatto di avere un rapporto misto tra cannabinoidi è potenzialmente più efficace perchè si vanno a stimolare molti più recettori della sostanza singola (concetto alla base dell’effetto entourage).

Raggiungere un rapporto 1:1 tra THC e CBD è considerato da medici e professionisti un modo efficace per bilanciare gli effetti, un tentativo anche di standardizzazione.

La canapa tipo 2 comprende pochi ceppi perchè non danno effetti inebrianti ma in futuro potrebbe esserci un notevole sviluppo grazie ai potenti effetti terapeutici senza “effetti collaterali” di un utilizzo prolungato, utilizzabile per estrazioni di CBD.

Canapa Tipo 3 – Alto contenuto di CBD

Questo tipo di canapa è nota anche come canapa industriale o cannabis light, per l’evata percentuale di CBD e minima di THC, generalmente inferiore al limite legale per la coltivazione (0.5% in Italia). Il CBD è uno dei cannabinoidi non psicoattivi presenti nella canapa ed è apprezzato per le sue potenziali proprietà terapeutiche.

Anche se l’utilizzo di questo tipo è specificatamente per uso industriale ( per fibra tessile, cellulosa, bioplastica, cordame) nel tempo e volontà potrebbe essere giustificata un’ulteriore sottoclassificazione in cui la canapa artigianale, ricca di cannabinoidi e terpeni, possa avere un suo sbocco…

Canapa Tipo 4 – Alto contenuto di CBG

Il THC è purtroppo il protagonista nella mondo della cannabis, molti medici ma anche pazienti si rendono conto che alti dosaggi di questa sostanza, nel lungo periodo possono portare effetti collaterali che non ha tutti piacciono.

La canapa tipo 4 è un’altra soluzione a questo problema, perchè presenta ceppi ricchi di cannabigerolo “CBG”, considerato il cannabinoidei primordiale poichè da questa sostanza la pianta sintetizza tutti gli altri.

Il CBG fu scoperto nel 1987 da un team di ricerca francese, nel tempo numerose sono le ricerche che attestano proprietà terapeutiche a questo cannabinoide.

La sostanziale differenza è nel metodo di azione, rispetto ai cannabinoidi noti come CBD e THC che agiscono sui recettori del sistema endocannabinoide, il CBG agisce direttamente sui neurotrasmettitori.

Le potenzialità terapeutiche finora riscontrate sono simili anche agli altri cannabinoidi noti, come:

  • Proprietà neuroprotettive, riscontrato potenziali effetti terapeutici nella prevenzione e trattamento di disturbi neurologici come Alzheimer e Parkinson
  • Effetti antidepressivi e ansiolitici, agendo sui neurotrasmettitori come fanno anche i farmaci benzodiazepinici, lo xanax, ha ottime potenzialità nel trattamento dell’ansia cronicizzata e la depressione
  • Proprietà anti-infiammatorie tali che potrebbero essere utili nel trattamento di condizioni come l’artrite
  • Potenziale trattamento del cancro al colon, una recente ricerca italiana, ha visto l’efficacia del CBG per trattare questo genere di patologia

In conclusione, il mondo della cannabis è in continua evoluzione e c’è sempre più interesse nel capire tutti i meccanismi e le interazioni tra cannabinodi ed altre sostanze contenute nella canapa, come i terpeni, ma anche studiare e consocere gli oltre 120 cannabinoidi che sono presenti nella canapa – forse ci stiamo sempre più accorgendo che i prodotti isolati sono efficaci ma fino ad un certo punto.

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